Difesa idrogeologica

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Dissesto Idrogeologico

Nell'ambito delle azioni di difesa del suolo, tutela e salvaguardia del territorio, la Regione del Veneto sovrintende attività quali:

  • riduzione del rischio idraulico
  • stabilizzazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico
  • ottimizzazione dell'uso e la gestione del demanio idrico
  • manutenzione e sistemazione della rete idraulica
  • difesa dei litorali
  • predisposizione delle autorizzazioni per impianti idroelettrici
  • seconda area del Centro Funzionale Decentrato del Veneto
  • gestione e sicurezza degli invasi.

Cos'è il dissesto idrogeologico
Il termine "dissesto idrogeologico" viene generalmente usato in riferimento ad aree di collina e montagna, mentre di norma si trascura di considerare i suoi effetti in territori pianeggianti in quanto certamente meno evidenti. I principali tipi di dissesto idrogeologico riscontrati nella bassa pianura costiera sono quelli di seguito riportati:

  • Subsidenza: è il fenomeno più appariscente e più studiato, è un lento e progressivo abbassamento verticale del fondo di un bacino marino o di un'area, che può essere dovuto a cause naturali (processi tettonici, i movimenti isostatici e le trasformazioni chimico-fisiche dei sedimenti per effetto del carico litostatico o dell'oscillazione del livello di falda) o antropiche (lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere, l'estrazione di idrocarburi, le bonifiche idrauliche).
  • Erosione costiera: il degrado delle coste è un fenomeno che deriva dall'apporto dei sedimenti provenienti dai corsi d'acqua che sfociano in mare, per sospensione, durante le piene, o per rotolamento sul fondo. Le correnti indotte dal moto ondoso distribuiscono il materiale dentro l'area geografica interessata. Accanto alla individuazione delle zone soggette ad erosione diventa importante classificare il rischio da mareggiate, che diventa ancor più temibile nelle aree costiere soggette a subsidenza.
  • Intrusione salina: è un grave problema che si osserva alla foce dei fiumi: in vicinanza del fondo dell'alveo avviene l'occupazione di questo da parte dell'acqua del mare, che è di maggiore densità rispetto all'acqua dolce, che si trova costretta invece a defluire al di sopra. Tale fenomeno presenta evidenti riflessi negativi sulla situazione economica locale, in particolare per la parte meridionale della provincia di Venezia (Chioggia, principalmente) che si basa anche su una fiorente orticoltura.
  • Rischio idraulico: per la presenza dei tratti terminali dei grandi fiumi e per la presenza della rete consortile di bonifica tale rischio è molto studiato. I principali strumenti da consultare sono gli studi redatti nell'ambito dei Piani Generali di Bonifica dei Consorzi di bonifica, e nell'ambito dei Progetti di Piano di Assetto Idrogeologico elaborati dalle Autorità di bacino.

Approfondimenti:
Consulta le pubblicazioni e i contenuti presenti nella sezione "suolo e sottosuolo" della pagina della Sezione regionale Difesa del Suolo.

Riferimenti:
REGIONE DEL VENETO
Sezione Difesa del Suolo
Palazzo Linetti - Calle Priuli Cannaregio, 99 - 30121 Venezia
Tel. 041 2792357-2772 ● Fax 041 2792234 
E-mail: difesasuolo@regione.veneto.it

Fondamenti Normativi

Sin dall'avvio della sua attività, l'Amministrazione regionale ha rivolto la sua attenzione alle problematiche relative al territorio. In ambiente montano la sicurezza e la vivibilità sono subordinate a una adeguata conoscenza dei livelli di pericolosità. Con l'evolversi di una maggiore consapevolezza degli elevati livelli di vulnerabilità si è passati da una impostazione di base incentrata sulla riparazione dei danni e sull'erogazione di provvidenze, ad una cultura di previsione e prevenzione, imperniata sull'individuazione delle condizioni di rischio, attraverso un monitoraggio più ampio e attento dei fenomeni di dissesto, e all'adozione di interventi di sistemazione e di difesa finalizzati alla minimizzazione dell'impatto degli eventi.

I grandi eventi alluvionali verificatisi in Veneto hanno dimostrato che solo un'analisi dell'intero bacino scolante può consentire di attuare tutti quegli interventi atti a prevenire il dissesto idrogeologico in modo efficace e duraturo. Tale criterio ha assunto in Italia un peso legislativo già con la Legge forestale del 1877 n. 3917 ed è stato poi ripreso e rafforzato con il Regio Decreto (R.D.) del 1923 n. 3267 che ha istituito il vincolo idrogeologico. Più recentemente la Legge forestale regionale n. 52 del 1978 ha ulteriormente consolidato nel Veneto i concetti già espressi dal R.D. del 1923, prevedendo inoltre, a corollario del vincolo, una serie di provvedimenti volti al buon governo del territorio montano che esprimono la propria efficacia in particolare attraverso il controllo dell'uso del suolo. Infine, con la Legge 18 maggio 1989, n.183, "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo" e la conseguente istituzione dell'Autorità di bacino si è voluto assicurare la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi. Tali obiettivi sono poi stati riaffermati con le Leggi n. 267/98 e n. 365/00 e confermati successivamente dal D.Lgs. n. 152/2006 che ha apportato innovazioni nella materia della Difesa del Suolo abrogando alcune delle suddette norme.

La Legge 3 agosto 1998 n. 267 e successive modifiche ed integrazioni prevede che "le autorità di bacino di rilievo nazionale e interregionale e le regioni per i restanti bacini adottano, ove non si sia già provveduto, piani stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico ... che contengano in particolare l'individuazione delle aree a rischio idrogeologico e la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia nonché le misure medesime".

La Regione del Veneto e i Piani di Assetto Idrogeologico

Alla fine del 1999 la Regione del Veneto ha approvato il Primo Piano Straordinario delle Aree a Rischio Idraulico e Idrogeologico che individua i siti maggiormente a rischio del territorio regionale. L'attività di pianificazione straordinaria, oltre all'individuazione delle aree a rischio articolate secondo quattro differenti livelli (R1-Basso, R2-Medio, R3-Elevato e R4-Molto Elevato) prevedeva anche l'adozione di idonee misure di salvaguardia e l'individuazione degli interventi di mitigazione. Il Primo Piano Straordinario ha costituito l'elemento fondamentale e centrale per gli analoghi strumenti di pianificazione adottati dalle Autorità di Bacino per un primo inquadramento delle più rilevanti situazioni di dissesto geologico, idraulico e valanghivo. Successivamente si è avviata la predisposizione dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI).

La Regione del Veneto e i Programmi europei di difesa idrogeologica

Al fine di approfondire il quadro conoscitivo sulle situazioni di dissesto presenti sul proprio territorio, a partire dal 2001 la Regione del Veneto ha aderito a un progetto nazionale riguardante la raccolta di dati su fenomeni franosi denominato Progetto IFFI: Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia. Tale progetto, attualmente coordinato da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), è nato dalla necessità di disporre di un quadro il più possibile completo sullo stato dei dissesti in Italia, con l'obiettivo di ottenere una migliore percezione della problematica comunemente definita come "dissesto idrogeologico". Visualizza le frane in Veneto.

L'esperienza della Regione del Veneto nella partecipazione a tale progetto nazionale si è rivelata un'occasione per la creazione di una banca dati unica dei dissesti che interessano il territorio regionale, in risposta alle esigenze di molteplici soggetti, pubblici e privati, che necessitano di un riferimento per tutte le attività di gestione e pianificazione territoriale.

In particolare i dati contenuti nell'archivio IFFI costituiscono il livello informativo di base utilizzato per la definizione delle aree e dei livelli di pericolosità geologica cartografate nei PAI e, nell'ambito delle attività del Centro Funzionale Decentrato regionale, per la valutazione dei possibili scenari di criticità idrogeologica.

Nell'ambito della programmazione di cooperazione territoriale europea per il periodo 2007-2013 Interreg IV Italia - Austria la Regione Veneto è stata partner, con il Lander della Carinzia e la Regione Friuli Venezia Giulia, del progetto Massmove. Il progetto Massmove, iniziato nel dicembre 2008 e conclusosi a fine 2011, si poneva come obiettivo principale e punto di arrivo l'individuazione di standard minimi comuni in area alpina per la valutazione della pericolosità geologica da frane di crollo e scivolamento superficiale. La sintesi del progetto consiste di Linee guida che costituiscono uno strumento di analisi della pericolosità dei fenomeni franosi, nella fattispecie crolli e frane superficiali. La Regione Veneto ha svolto le attività inerenti al progetto in quattro aree di studio: tre in Provincia di Belluno e una in Provincia di Vicenza. Il tipo di indagini e i parametri geologici da acquisire a scale di lavoro differenti (sito specifico, locale e regionale), la definizione dei modelli geologici, la fase di modellazione dei fenomeni, la definizione e il confronto delle metodologie applicate sono state ampiamente testate e confrontate nelle aree pilota di ogni partner e tra aree pilota dell'intero progetto. Le Linee guida, dove sono sviluppati anche gli approcci teorici riguardanti i fenomeni di crollo e delle frane superficiali, e il manuale di lavoro (Handbook), che invece ne sintetizza gli aspetti preminentemente pratici, costituiscono la sintesi e il risultato finale del progetto quale strumento per la prevenzione e la gestione di tali tipi di fenomeni franosi che interessano l'area alpina. Il progetto MassMove per i suoi obiettivi e per gli strumenti elaborati si raccorda sia con l'attività di individuazione e censimento dei fenomeni franosi per l'aggiornamento della Banca dati regionale (IFFI) sia con l'attività di pianificazione a livello di bacino (P.A.I. Piano di Assetto Idrogeologico), attività entrambe di competenza regionale.

All'interno del Programma d'Iniziativa Comunitaria INTERREG III B "Spazio Alpino" si inserisce il progetto CatchRisk "Mitigation of hydro-geological risk in Alpine Catchments" . Obiettivo principale del progetto, al quale il gruppo internazionale ha lavorato dal 2003 al 2005, era testare una serie di metodi e di strumenti innovativi atti alla valutazione della pericolosità idrogeologica per poi condividerne l'esperienza con i professionisti che operano nel territorio. Per far questo la Sezione Difesa del Suolo e Protezione Civile del Veneto, che si è occupata in particolare di pericolosità da colata detritica e da frana di scivolamento, ha lavorando in tre diversi bacini campione coinvolgendo per la parte scientifica il CNR IRPI di Padova e per l'attuazione tecnica due studi professionali multidisciplinari. Nell'ambito dello stesso Progetto è stata realizzata, in collaborazione con APAT e CNR-IRPI, una scheda semplificata di rilevamento in campagna dei fenomeni franosi e il relativo database di collegamento con il database IFFI.

Nell'ambito dell'iniziativa Comunitaria INTERREG III B (CADSES) si colloca il progetto REKULA - Ristrutturazione del Paesaggio Culturale, volto a favorire in Europa la collaborazione economica, sociale, culturale e territoriale. L'obiettivo di REKULA era definire come sia possibile operare sul paesaggio culturale in modo coordinato e integrato così da poter facilitare il recupero di un tale ambito nell'interesse delle popolazioni che vivono in quei luoghi. In Veneto è stata indagata la riqualificazione ambientale di una cava dismessa in un sito in provincia di Treviso, analizzando la possibilità di utilizzare la cava come serbatoio di accumulo a scopo irriguo, per migliorare la ben nota situazione di sfruttamento della risorsa idrica esistente, nel bacino del fiume Piave. La cava, inoltre, viene sfruttata come bacino di laminazione per la protezione dalle acqua di piena. Attraverso la dinamica di REKULA orientata al mercato, il progetto ha contribuito allo sviluppo di un modello sostenibile per il ri-uso e la riqualificazione del paesaggio culturale degradato in Veneto, in Lusatia (DE) e in altre aree europee (Polonia). L'attività in Italia è stata realizzata, oltre che dalla regione Veneto, dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche. I consorzi di bonifica Pedemontano Brentella di Pederobba, Pedemontano Sinistra Piave e Destra Piave sono stati coinvolti nelle attività. Le soluzioni individuate permettono scenari economicamente sostenibili relativamente alle problematiche dell'acqua in territorio pedemontano, così come i risultati dei progetti di studio potranno essere utilizzati su più vasta scala.

Contatti
Sezione Difesa del suolo - Servizio U.C. Assetto Idrogeologico, Demanio Idrico e Coste
Palazzo Linetti, Calle Priuli - Cannaregio 99 - 30121 VENEZIA
Tel. 041 2792357/2772 • Fax 041 2792234
E-mail: difesasuolo@regione.veneto.it 

Referente per il progetto Rekula
P.O. Sicurezza Idraulica Ing. Adriana Boccardo
Tel. 041 279.2325 • E-mail: adriana.boccardo@regione.veneto.it

Referente per il progetto CatchRisk
Dott.ssa Marina Curtarello
Tel. 041 2793242 • E-mail: marina.curtarello@regione.veneto.it

Referenti per il progetto IFFI
Dott. Luciano Arziliero
Tel. 041 2793218 • E-mail: luciano.arziliero@regione.veneto.it
Dott. Palmiro De Marco
Tel. 041 2793245 • E-mail: palmiro.demarco@regione.veneto.it

Referente per il progetto MassMove
Dott. geol. Rocco Mariani
Tel. 041 2793247 • E-mail: rocco.mariani@regione.veneto.it